Università di Ferrara

Anno accademico 2010-11

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Tesi di cinematografia documentaria

Il documentario etnografico in ambito museale

Autore: Ilaria Marchini

Relatore: Alberto Boschi

 

 

 

 

 

Estratto della tesi:

 

 

Nell'arco degli ultimi due decenni la sfera di competenze del museo ha subito considerevoli variazioni: da luogo finalizzato alla sola conservazione ed esposizione di oggetti di interesse culturale, il museo si pone oggi come obbiettivo la produzione di conoscenza e si fa promotore di attività didattiche e di ricerca. Tale proposito nell'epoca attuale non può prescindere dall'utilizzo del linguaggio audiovisivo. Come sostiene Diego Pasinato

 

Il museo come macchina complessa di comunicazione e di trasmissione di conoscenze ha il dovere di stimolare le capacità e possibilità di apprendimento dei propri visitatori sfruttando al meglio i media che le moderne tecnologie elettroniche gli mettono a disposizione. Ha il dovere di assistere la crescita educativa e formativa coinvolgendo attivamente ed emotivamente l'utenza.[1]

 

La proiezione di documentari nel contesto di musei etnografici locali è un tema ampiamente dibattuto a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, da quando le nuove possibilità di utilizzo degli strumenti della videoregistrazione e dell'informatica hanno agevolato la creazione di archivi audiovisivi e di elaborazioni ipermediali[2].

Un museo può produrre cultura e trasmettere il proprio messaggio attraverso l'allestimento, per mezzo del quale

 

il produttore dello spettacolo museale (cioè il complesso dei tecnici che organizza l'esposizione) costruisce un “quadro” e, con il quadro, fissa delle regole; ciascun utente del museo, all'interno di quei vincoli, definisce la propria visita (come un lettore fa con un libro). La visita di un museo è il risultato di un'interazione tra produttore dell'esposizione ed utente del museo: un'interazione che, ogni volta, dà luogo a un esito diverso.[3]

 

L'introduzione delle nuove tecnologie negli allestimenti museali si concretizza, secondo Ettore Lariani, nell'impiego di “pannelli dinamici”[4], che possono essere fruibili in modalità sequenziale o passiva (nel caso di pagine a scorrimento e filmati in loop), in modalità sequenziale interattiva (che consente di scegliere cosa visionare spostandosi avanti o indietro nel testo), in modalità ipertestuale (in cui l'utente può navigare nella struttura ad albero di un ipertesto, personalizzando il proprio percorso).

Il presente elaborato si pone come obbiettivo quello di trattare il tema della produzione di documentari ad opera dei musei etnografici locali, portando come casi esemplari quello del Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po e quello del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige.

La trattazione è organizzata due parti. Nella prima, partendo innanzitutto dal problema della definizione del documentario come genere, si descrivono le principali tappe della storia del documentario etnografico, sia nello scenario internazionale che in Italia, passando infine ad un breve excursus riguardante gli archivi audiovisivi.

Nella seconda parte è illustrato il percorso di cambiamento compiuto dal Museo Civico Polironiano negli ultimi anni, che ha condotto ad un tipo di allestimento innovativo, che comprende un'ampia parte multimediale. In seguito è descritto il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, facendo riferimento soprattutto ai documentari editi dal museo. Infine sono trattate due mostre itineranti: Culture in Movimento, organizzata dall'Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia e Carnival King Of Europe, promossa da alcuni importanti musei etnografici d'Europa. I casi descritti nella seconda parte costituiscono esempi di differenti gradi di intensità della penetrazione delle nuove tecnologie comunicative all'interno dei musei.

 

 

 

 

 

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Dati dell’autore

Nome e Cognome: Ilaria Marchini

Indirizzo e-mail: ilaria.marchini@silosproduction.com

Sito web: www.silosproduction.com

 

 

 

 

 

 



[1]    Pasinato D. (2002), Oralità e scrittura per una museologia neurale, in Museo sensibile. Suono e ipertesto negli allestimenti, a cura di Lariani E., Milano, FrancoAngeli, p. 76

[2]    Tiragallo F. (2005), Artefatti filmici e musei locali, “Antropologia Museale”, n. 10, pp. 40-42.

[3]    Bertuglia C. S. (1999), Il museo: un inquadramento generale, in Il museo tra reale e virtuale, Roma, Editori Riuniti, p. 36

[4]    Lariani E. (2002), Museo sensibile, in Museo sensibile. Suono e ipertesto negli allestimenti, a cura di Lariani E., Milano, FrancoAngeli, p. 30