Università di Roma "La
Sapienza"
2010/2011
Laurea in Scienze e Tecnologie della
Comunicazione
Jaguar. Viaggio, dono, cambiamento
nell’etnofiction di Jean Rouch.
Autore: |
Relatore: Prof.ssa Lucila Rami Ceci |
Valerio Ciriaci |
Correlatore: Prof. Bruno Mazzara |
Estratto della tesi:
Ci sono passioni che nascono per caso:
come quando il giovane Jean, girando al mercato delle pulci di Parigi, acquista
una videocamera da 16mm usata.
Ci sono avventure che nascono per caso:
come quella di Rouch che, appena laureatosi in ingegneria, coglie l’occasione
di un progetto per partire in Niger.
Ed infine, sempre il caso ha voluto che
un giovane ingegnere francese, Jean Rouch, si ritrovi con una videocamera 16 mm
a documentare la caccia a un ippopotamo in Niger, inconsapevole che da lì a
cinquanta anni sarà ricordato come uno dei più grandi narratori del continente
africano.
Inizia così, per una serie di
circostanze fortuite, la carriera di Jean Rouch, il cineasta antropologo che ha
segnato la Storia dell’antropologia visuale.
La tesi vuole essere un occasione per
ricordare l’importante lavoro svolto da Jean Rouch nell’ambito
dell’antropologia visuale. A tal scopo, l’analisi di uno dei suoi film, Jaguar
del 1957, ci permette di cogliere gli aspetti più rilevanti e innovativi della
sua poetica cine-etnografica.
Realizzato come un film di
finzione, Jaguar è anche un
documentario sociale dall’inestimabile valore etnografico, uno spaccato
autentico sulla realtà delle migrazioni verso le metropoli dell’Africa
Sub-Sahariana del secondo dopoguerra, a ridosso della fine dell’epoca
coloniale. La tesi racconta della pellicola sia dal punto di vista del
contenuto sia del metodo di lavorazione, tentando di penetrare lo sguardo di
Rouch e della sua camera.
Jaguar è la prima etno-fiction di Jean
Rouch. Un road-movie su un Africa che cambia, in cui realtà e finzione si
intrecciano continuamente. I protagonisti partono da un villaggio rurale nel
cuore del Niger, passano foreste, mercati, frontiere ed arrivano ad Accra, una
metropoli in espansione in cui si riversano le nuove generazioni in cerca di un
lavoro che altrimenti nei villaggi non troverebbero. Ma al contrario di un qualsiasi documentario
che racconterebbe il tutto in maniera razionale e distaccata, Jaguar conduce lo
spettatore alla comprensione dell’Altro attraverso il coinvolgimento emotivo e
lo sguardo in macchina dei suoi protagonisti.
Ci si sofferma anche su come questo
lavoro, innovativo da tutti i punti di vista, anticipi in un certo senso il
dibattito antropologico dello storico seminario di Santa Fe del 1984, dopo il
quale l’antropologia entra nella sua fase postmoderna. Nel celebre libro Scrivere
le Culture, James Clifford afferma
che l’etnografia è una costruzione, che la descrizione dell’Altro è mediata
dalla cultura di chi osserva e che i testi prodotti non sono altro che finzioni
etnografiche. Un osservazione, questa, che Rouch aveva già fatto propria
trent’anni prima girando un film come Jaguar, convinto che l’uso
consapevole della fiction non leva niente al valore etnografico dell’opera,
anzi: può aumentare le qualità descrittiva della rappresentazione e farci
cogliere aspetti che altrimenti resterebbero omessi o nascosti.
L’elaborato è dunque il risultato di
una ricerca bibliografica sull’argomento dell’antropologia visuale, sulla
filmografia di Jean Rouch, con brevi accenni anche al dibattito del cambiamento
nell’Africa occidentale a ridosso della fine del colonialismo. L’argomento
portante è l’analisi critico-storica del film Jaguar con particolare
riferimento alle metodologie di ripresa, regia, narrazione e all’influenza che
esse hanno avuto sul dibattito dell’antropologia postmoderna. In appendice,
inoltre, vi è un’intervista da me condotta con la Dott.sa Eliana Pili,
addottorata presso l’Università di Genova e profonda conoscitrice dei film di
Jean Rouch. L’intervista, realizzata pochi giorni dopo la conclusione della
stesura del presente elaborato, ripercorre e approfondisce i temi principali
trattati nella tesi.
Dati dell’autore
Nome e Cognome: Valerio Ciriaci
Indirizzo e-mail:
valeriociriaci@yahoo.it
Sito web: http://valeriociriaci.com/